
Guerra dell'Est, in Italia la partita si gioca nel Centro e Sud ...Africa!
Troppa è la strada da fare ancora, per arrivare in Ucraina ...
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Verso la fine degli anni '80 ho lavorato per una società che operava in materie prime la H&H Srl di Roma, in Corso Trieste, poi conobbi un personaggio pittoresco (che purtroppo non è più con noi), Mr. Giorgio Margiotta, assomigliava a Popeye, sorridente, minuto, un "sellerman" che operava in fuel con Agip, e molto altro per alcuni gruppi internazionali.
Amava il suo lavoro e lo considerava “primario” anche per il bene del Paese.
Ci teneva a fare bella figura con l'estero, non lo dimenticherò mai, lo considerava un bel "biglietto da vista".
La Enter-Price Ltd era la sua società inglese che operava a Roma, ricordo anche la Oil-GM Ltd, furono anni di grande passione per me.
Ho imparato molto in quegli anni, la politica internazionale, gli scambi commerciali, i vizi dei contratti internazionali, gli escamotage, i sotterfugi ma, soprattutto, la correttezza nel commercio internazionale.
Mi disse Giorgio, fra una sigaretta e l'altra (fumava 5, 6 pacchetti di sigarette al giorno, le Muratti ...) "Massimiliano il mondo è un grande circo ma noi non siamo pagliacci. I contratti internazionali sono insidiosi, sono giochi di carte coperte e scoperte, sono i copioni del teatro degli ingiusti ma, sono anche i pilastri dell'autorevolezza di questo Stato che, se nei confronti commerciali esteri perde la credibilità, allora è finito tutto."
Perché sono diversi giorni che ho in mente questi episodi, arcaici, della mia vita?
Perché oggi è veramente finito tutto, o quasi.
Anche, soprattutto, il commercio Italiano internazionale che appare essere strumentalizzato dall'Ue sempre sotto l'egida attenta d'oltreoceano.
Eni apre il doppio conto presso Gazprom-Bank, uno in euro e l’altro in rubli (conti K), per pagare le forniture di gas alla Russia. Scrivono che: "La strada era obbligata per il gruppo energetico, stretto fra i contratti da rispettare e i rischi legali ..."
Ho i miei dubbi sulla strada obbligata, è vero che la pretesa è unilaterale ma, manca chi contratta in doppia battuta, non c'è mai "pretesa" che non si possa trattare.
Le sanzioni dell'Ue alla Russia e lo "stare a braccetto" dell'Italia con l'Ue ha tracciato la strada, non certo la Russia che suoi affari li sa fare, anche molto bene, infatti, si legge: "L’ascesa del rublo: nel 2022 è la valuta con la miglior performance al mondo."
Alla faccia delle sanzioni e al default!
Arriviamo alle nuove ambizioni del ministro di #dimaio, il quale, fulgido esempio di cittadino-patriota che esprime supporto ad un eventuale difesa dei confini nostrtari in caso di attacco(?), proteso al supporto dell’Ucraina di Volodymyr Zelens'kyj, li ben posizionato dagli USA, contestualmente asserisce che: "Dobbiamo supportare l'Ucraina ma no ad armi per colpire il suolo russo!"
Sempre parlando del ministro Di Maio, in area Isis qusta volta, il medesimo già nel mese di ottobre 2019, durante una riunione in Lussemburgo annunciò (e poi firmò) l’ALT all’export di armi dell’Italia verso la Turchia avviando contestualmente una istruttoria avverso i contratti in essere, tuttavia, proprio nel mese in cui è stata lanciata l’offensiva Turca in Siria, gli sono state fornite dall’Italia più armi del solito …(?)
Qualquadra non cosa!
Il succitato ministro lo scopro solo ora esperto anche di contratti internazionali di materie prime, il quale, ha comunque da poco asserito che: "Pagare il gas russo in rubli viola i contratti, l'Ue risponderà."
Ma il governo del quale fa parte, a quanto pare, ha fatto l’esatto contrario, ancora una volta!
Ma, andiamo avanti ...
Sempre il ministro in questione però, e non credo d’iniziativa, a quanto pare ha stretto un accordo con il Congo, con l'Angola, l'Algeria e l'Egitto per garantire il gas all'Italia e ridurre la dipendenza dalla Russia!
E il Mozambico?
E i paesi limitrofi?
E gli accordi bilaterali ad incastro?
E i delicati rapporti diplomatici in quell’area cosi calda?
Quindi, per assurdo, riassumendo, riducendo la dipendenza da Mosca ci mettiamo la catena al collo con il Medio Oriente e l'Africa centrale?
Mi risulta così strano questo accordo, troppo fast and furious.
Da ciò che si legge sui quotidiani, il ministro degli esteri per questo megacomplesso “affair” era affiancato dal dott. Claudio Descalzi, Amministratore Delegato di Eni da maggio 2014, componente del Consiglio Generale e dell’Advisory Board di Confindustria e Consigliere di Amministrazione della Fondazione Teatro alla Scala, membro del National Petroleum Council il quale vanta un curriculum vitae a dire poco mostruoso.
Orbene, insieme a loro a quanto pare, c’era anche il dott. Roberto Cingolani, ministro della Transizione Ecologica nel Governo Draghi e con il termine “transizione ecologica” si intende un insieme di azioni rivolte alla sostenibilità dell'economia, per favorire il passaggio da un sistema basato sulle fonti energetiche inquinanti a un modello virtuoso incentrato sulle fonti verdi.
Chi è Cingolani?
Altro “mostro” curriculare, un bagaglio d’esperienza la cui metà basterebbe a risanare i contratti in essere che ci vedono stretti in una morsa letale e si badi bene che ho scritto morsa perché non posso scrivere che siamo alla canna del gas in quanto questo “scialo” ci costerebbe troppo!
Mi chiedo, quindi, cosa possa aver intuito il ministro degli esteri o cosa possa aver dedotto dagli interessi dell’Eni e di quelli del ministero della transizione ecologica?
Ovviamente in un affare vero dovrebbero essere due (o più) le parti che fanno effettivamente l’affare, non una sola, altrimenti l’affare è a senso unico, oltre che pilotato!
Non so perché, ma, mentre immagino la scena della trattativa in Angola, parallelamente immagino anche la scena del film “Il Vedovo” (1959) quando alla presunta morte della Elvira Ammiragli (interpretata da una straordinaria Franca Valeri) la quale grazie al marito, il Commendatore Alberto Nardi, un sedicente imprenditore capitolino, megalomane dalle scarse capacità impersonato dal magico Alberto Sordi, si ritrova ad essere proprietaria di una inutile “solfatara” perché il marito, credutosi ereditiero, si era messo in testa di “fregare la Montecatini” “Società Generale per l'Industria Mineraria e Chimica) oggi Montedison, quindi tutto molto attuale.
Quindi arriverà il gas dall’Africa!
Probabilmente però, l'utente medio non sa in che forma esiste il gas e come parte dall'Angola né cosa sia un impianto offshore.
Né dove siano gli stoccaggi, né in che modo verrà trasportato ... se parliamo poi di modalità contrattuali c’imbarchiamo in un delirio, quindi eviterò l’argomento.
Vedo però nella mia sfera di cristallo il "repumping"di qualche raffineria in disuso o in embargo con lo zampino del dollaro dello Zio Sam che passa per l’Italia sul modello Libico anni 60/80, però che strano, Africa Intelligence scrive proprio ieri un articolo che racconta: "Kinshasa sotto la pressione di Stati Uniti e UE mentre incombono complicazioni elettorali del 2023..."
Volevate un mio articolo su Kiev?
Bene, allora partiamo dal Congo, ma c'è ancora tanta strada da fare per arrivare in Ucraina ...