
Tremonti, Passera, Tronchetti Provera, Tabellini: come uscire dalla gabbia
La miglior politica industriale è la tutela della concorrenza, dice il rettore della Bocconi nel libro “L’Italia in gabbia”. Se ne discute lunedì 30 alle 18,30
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Milano: Giulio Tremonti, Corrado Passera e Marco Tronchetti Provera: sarà un tavolo d’eccezione quello che, lunedì 30 marzo alle ore 18,30 (Fondazione Corriere della Sera, Sala Buzzati, via Balzan 3, angolo via S. Marco 21), discuterà le tesi espresse dal rettore della Bocconi, Guido Tabellini in L’Italia in gabbia. Il volto politico della crisi economica (Università Bocconi editore, 252 pagine, 14 euro).
In una raccolta di scritti pubblicati in oltre dieci anni, Tabellini conduce un’analisi tagliente e impietosa delle inefficienze italiane e suggerisce, in termini accessibili a tutti, soluzioni condivisibili, ma spesso radicali e perciò ostacolate da un potere politico che non vuole assumersene la responsabilità .
Viviamo il passaggio da un’epoca in cui motore della crescita era l’accumulazione di capitale fisico, necessario per imitare la crescita industriale di altri paesi, a una in cui il motore diventa l’accumulazione di conoscenza, perché nel mercato internazionale si compete attraverso l’innovazione e vince chi riesce a selezionare e a far crescere le idee migliori. In questa nuova realtà nessun governo “possiede le conoscenze necessarie a stabilire quali sono i progetti più promettenti. La migliore politica industriale è la tutela della concorrenza. Il vero compito della politica economica è mantenere un ambiente concorrenziale e aperto alle nuove iniziative, dove le imprese siano contendibili, abbiano il fiato sul collo della concorrenza, e chi le dirige sia sempre alla ricerca di ulteriori miglioramenti”.
Le potenzialità positive del mercato (da non confondere, specifica Tabellini, con il capitale) sono ribadite negli scritti che riguardano un sistema bancario che non può essere protetto dall’interessamento degli operatori stranieri. Mercato, infine, non significa mancanza di regolamentazione, come si evince chiaramente dall’analisi della crisi finanziaria che stiamo attraversando e che un maggiore controllo, da parte soprattutto delle autorità americane, avrebbe forse potuto evitare.