Ragusa - Su delega della DDA della Procura di Catania, la Polizia di Stato e il Comando Provinciale dei Carabinieri di Ragusa hanno eseguito 15 ordinanze di custodia cautelare in carcere per associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata alle estorsioni e intestazione fittizia di beni nel territorio di Vittoria (RG). Oltre alle catture sono stati eseguiti perquisizioni e sequestri preventivi di un’azienda di imballaggi per prodotti ortofrutticoli e terreni agricoli adibiti per la coltivazione in serra. LA GENESI DELL’ATTIVITA’ D’INDAGINE - Le attività investigative condotte dai #poliziotti della Squadra Mobile di Ragusa e dai carabinieri del Nucleo Investigativo, coordinate e dirette dalla #DDA di Catania. hanno permesso di appurare l’esistenza di un sodalizio criminale riconducente alla "stidda" vittoriese, delineandone le più attuali modalità operative. Le indagini succedutesi negli anni, avevano consentito di accertare che, nella provincia di Ragusa ed in particolare nei comuni di Vittoria e Comiso, opera un’associazione a delinquere di stampo mafioso prevalentemente dedita alle estorsioni in danno di commercianti di prodotti ortofrutticoli e di altre imprese dell’indotto connesso al mercato di Vittoria, così come ai danni di aziende operanti in altri settori economici, come le imprese di onoranze funebri. L’esistenza del sodalizio criminale c.d. #stidda è un dato giudizialmente accertato da pregresse sentenze, che attestano l’operatività dell’associazione nel territorio di Vittoria già dal 1985, con lo storico fondatore del sodalizio Dominante Carmelo cooperato dai fratelli Carbonaro Claudio, Bruno e Silvio, poi divenuti collaboratori di giustizia. I soggetti destinatati delle odierne ordinanze sono coloro che hanno assicurato il protrarsi dell’operatività del sodalizio nonostante pregresse operazioni che avevano già condotto alla cattura di alcuni soggetti di spicco. Da qui il nome dell’operazione "SURVIVORS". Come le ultime indagini hanno infatti consentito di attestare, dopo la cattura di Dominante Carmelo, aveva assunto il comando Ventura Filippo (che lo manteneva anche durante la permanenza in carcere). La reggenza dell’associazione passava quindi a Nifosì Rosario e successivamente, per volontà dello stesso Ventura Filippo, al fratello di questi Ventura G.Battista, che operava in piena sinergia col primo. LE INDAGINI - Le indagini del presente procedimento hanno accertato che le attività estorsive erano condotte in modo capillare in un territorio, quello di Vittoria, che è caratterizzato dalla presenza di numerose imprese soprattutto agricole o legate alla lavorazione dei prodotti ortofrutticoli destinati al mercato di Vittoria che serve tutto il territorio italiano. L’associazione inoltre disponeva di un arsenale di armi che di recente sono state rivenute dalla Squadra Mobile di Ragusa, armi pronte per essere impiegate in attività criminali da parte della famiglia Ventura e dei suoi sodali. Un valido contributo è stato dato anche dalle dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia che hanno descritto le attività criminali poste in essere dagli associati e contribuito a delineare l’organigramma dell’associazione. Le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia sono state riscontrate dalle intercettazioni telefoniche, ambientali e dalle videoriprese che hanno cristallizzato le frequentazioni, gli incontri, le riunioni tra gli associati. Il modus operandi era tipicamente mafioso e contraddistinto dall’assenza di condotte violente e di minacce eclatanti, avvalendosi il gruppo dell’intimidazione, derivante dal riconosciuto carisma criminale consolidato dallo stesso sul territorio di Vittoria. Così era sufficiente avanzare alle vittime la richiesta di un regalo per la "famiglia" e in particolare per i sodali ristretti in carcere: "siamo della famiglia devi consegnarci 5.000 euro" – "un regalo per la famiglia". Ciò nondimeno, dalle intercettazioni è emersa la spietatezza degli associati che, in alcuni casi, nel commentare tra loro gli atti intimidatori nei riguardi di una vittima, si esprimevano così: "belle cose hai qui…cose che prendono fuoco; …lui è impallidito e mi ha chiesto chi ti manda? Io gli ho dato un ceffone appena mi ha chiesto il nome"- "paga e svelto, 4 o 5 mila euro…con quattro se ne esce… se non ha capito, ora lo ammazziamo". I SEQUESTRI - Dato assai rilevante è che, con i proventi delle attività illecite, alcuni degli indagati hanno creato l’azienda per imballaggi denominata "Linea Pack" avente come oggetto la produzione e commercializzazione di cassette, bancali e vaschette in plastica per prodotti ortofrutticoli; dell’azienda in questione è stato richiesto dalla Procura e disposto dal GIP il sequestro preventivo ai fini della confisca. In particolar modo, le indagini hanno accertato che la predetta azienda era nella effettiva disponibilità e gestione di Ventura G.Battista, Ventura Angelo, Giliberto Francesco e Giliberto Enzo, ed era fittiziamente intestata a soggetti legati da rapporti di parentela con gli stessi Ventura e Giliberto. La sede dell’azienda era anche utilizzata dalla famiglia Ventura, dai Giliberto, nonché dagli altri sodali come quartier generale per le riunioni e la pianificazione di attività criminali.Oltre all’azienda suddetta sono stati sequestrati due terreni riconducibili sempre alla famiglia Ventura. In particolar modo sono state sequestrate due serre di circa 20.000 mq per un valore di circa 50.000 euro. Questi due impianti serricoli sono intestati fittiziamente a due soggetti estranei alla famiglia Ventura.