LA FESTA PER IL RITORNO DEL GRIFO IN SERIE A

“Mia madre mi ha detto che stasera la Gradinata Nord resterà chiusa, ma io non ci voglio credere perché il cuore dei tifosi la terrà aperta”. È cominciata ufficialmente così la serata del glorioso grifone, con una voce infantile che diceva queste parole, ed aveva ragione: la Gradinata non era accessibile per esigenze di lavori d’adeguamento alle norme di sicurezza, ma era comunque come se fosse aperta, e non solo perché le coreografie straordinarie organizzate dalla società proiettavano sulla Gradinata immagini e scritte. Per Genova la Nord vera non è quella in cemento, ma è quella dei cuori; e quella era ben viva, e lo ha dimostrato tutta la sera, già dal momento in cui la musica d’intrattenimento (soprattutto “Notti Magiche”) si è interrotta o abbassata più volte per far sentire il coro dei tifosi in curva, e poi quando, 20 minuti prima delle 22, si è accesa per accogliere i suoi beniamini. Un pubblico che il conduttore della serata, Pinuccio Brenzini, non ha esitato a definire “Una colonna sonora” che ha colorato di “Rosso come il sangue e blu come il mare” (sono sempre parole di Brenzini) lo Stadio di Genova convergendovi da tutto il mondo (significativa la presena del Genoa Club Do Brasil), con striscioni di ogni tipo, da quelli che pongono in evidenza le sofferenze cui i tifosi del Grifo sono sempre sottoposti quale quello che riporta “Fino all’ultimo bypass”, a quelli che scherniscono i ciclisti d’oltreBisagno come quello che recita “-Benzina + Giochi”. All’inizio della serata è stato letto un comunicato della Tifoseria Organizzata sulla situazione della Società in cui si lamenta l’inattività dei vertici della comunità locale, in contrasto con quanto invece accade nelle altre città , e si denuncia un comportamento non corretto nella conduzione delle indagini che riguardano iil Genoa; comportamento in cui potrebbero essere ravvisati elementi costitutivi di reato. Un comunicato che fa trasparire tutto il malessere dei tifosi per quest’inchiesta, ma soprattutto tutta la combattività di coloro che sono pronti a difendere il proprio amore sempre e comunque. Poi ha avuto inizio il vero spettacolo Davanti a Pinuccio Brenzini ed alla Madrina della serata, la bellissima Maria Chiara Roberti, e davanti ad una delegazione della Regione Autonoma della Valle D’Aosta che ospiterà uno dei due ritiri estivi del Genoa, sono sfilati sotto gli occhi dei tifosi quasi tutti i protagonisti già noti della prossima stagione della Squadra più antica d’Italia. Tutti grintosi e determinati come il Presidente che sfodera il suo ottimismo con una frase riferita non certo alla serata non limpidissima: “”C’è qualche nuvola stasera che il vento della giustizia spazzerà via”. Grande assente Ruben Maldonado che tutti si attendevano di vedere solcare il prato del Ferraris.Alla fine della serata però non c’era solo la sedia vuota di Maldonado (a dire la verità neanche posta, a quanto si direbbe, in campo): vi erano due sedie vuote “Uno è su un aereo che ci sta raggiungendo " spiega il Presidente alla fine " l’altro sarà un giocatore di Valore con cui perfezioneremo in settimana”. Lo slogan della campagna abbonamenti rossoblu di quest’anno recita “Siamo tornati in Paradiso ed ora scatenate l’inferno”; ed i tifosi, più numerosi rispetto all’anno scorso, non se lo sono fatti ripetere due volte: il dodicesimo giocatore in campo ha fatto la sua grandissima parte in questa serata incoraggiando e facendo letteralmente esplodere lo stadio per i suoi beniamini, al punto da far visibilmente emozionare alcuni di loro. Particolarmente emozionato, quasi tremante, Mister Francesco Guidolin in vena di velate promesse “Se faccio ciò che ho fatto a Palermo " dove ha portato la squadra in UEFA così come aveva fatto su altre piazze n.d.r. " qua viene giù lo stadio!”. Alessandro Parisi, 20 goal nella passata stagione, per l’emozione sbaglia il tiro di omaggio ai tifosi e la sfera non raggiunge la curva, ma lo ripete e questa volta è ok. Applausi per i miti di domani, ma anche per i miti di ieri allorquando Capitan Tedesco ha letto su un foglio i nomi di coloro che hanno lottato e guadagnato la promozione sotto la sua guida per ringraziarli tutti pubblicamente ricordando orgoglioso “Sono stato anche il loro capitano”. Il tifo rossoblu ha anche accolto un nuovo supporter con grande calore: Ezechiel Lavezzi non sa ancora parlare bene l’italiano, ma annuncia, su invito di Brenzini, la nascita del figlio Thomas e la Nord scoppia in un fragoroso applauso. C’è spazio anche per le curiosità , e si viene a sapere ufficialmente che il primo a definire “Barone” Roberto Stellone è stato Lamacchi; ma soprattutto c’è spazio per la sportività , e quando entra in campo Diego De Ascentis, proveniente dalla città della Mole, i rossoblu applaudiscono per solidarizzare con la tifoseria granata (gemellata col Genoa) che ha non pochi problemi in questo periodo per l’iscrizione al campionato. Al Luigi Ferraris questa sera è andata in scena la serie “A”, uno spettacolo che il Grifo intende portare su quel manto erboso assai a lungo, perché i tifosi possano gustarsi fino in fondo il Paradiso ritrovato dopo dieci lunghissimi anni d’inferno e perché i giocatori possano dimostrare di meritarsela al di là di tutte quelle voci che circolano e che infangano il nome della più antica squadra di calcio italiana, anzi, come direbbe Antonio Nocerino, del calcio italiano. Si perché Nocerino no ha esitato un solo istante ad affermare “Il Genoa è il calcio ed io sono orgoglioso di indossare questa maglia” mandando in delirio tutti i presenti ai quali Lazetic, poi, ha fatto una promessa: una festa a fine campionato. Di che festa si tratti non è dato sapere, c’è un’intera stagione davanti prima di scoprirlo, forse la Coppa UEFA (che appare un traguardo vicinissimo con Guidolin in panchina)o forse qualcosa in più (c’è paura a parlarne, ma forse la stella?). Fatto è che il Grifo vuole giocare un signor campionato nella massima serie e poi festeggiare. E la Società ha tutte le carte in regola per farlo: un presidente vero come il popolo rossoblu non ne ricorda da tempi immemorabili, un allenatore con un curriculum invidiabile e straboccante di successi, e tantissimi giocatori di ottime doti vecchi e nuovi (non dimentichiamoci che tra i pali ora c’è Abbiati, per citare un nome) tutti determinati.Tra l’altro, alla rosa già pronta, da ora al 31 Agosto, potrebbero aggiungersi nuovi petali. Non resta che attendere e vedere cosa riserva il futuro essendo ottimisti ora che, grazie ad Enrico Preziosi, i genoani se lo possono permettere. Francesco Ristori